lunedì 5 ottobre 2009

Sabato 3 ottobre, il giorno dell'opposizione


Piazza del Popolo gremita, un tripudio di colori, palloncini, bandiere, cappellini, cartelli. Uno per tutti: «La verità vi farà liberi». Tante magliette: «No all'informazione bavaglio». Gli ospiti si alternano su un grande palco tratteggiato di bianco, contornato da due maxi schermi. È stato questo il teatro della manifestazione per la libertà di informazione, indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana. «Siamo in 300mila», hanno fatto sapere gli organizzatori fra gli applausi. La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alle vittime della tragedia di Messina. Impossibile entrare nella piazza, piena all'inverosimile, le vie intorno traboccano di gente di tutte le età. Molti i giovani, tante le donne.
Saviano: «Libertà di stampa è raccontare senza ritorsioni». Applauditissimo Roberto Saviano, lo scrittore impegnato contro la mafia, che vive da anni sotto protezione. Saviano ha ricordato come la libertà di stampa sia anche la serenità di lavorare, «di raccontare senza ritorsioni, senza che il proprio privato sia utilizzato come un'arma per far tacere». Un'emergenza particolarmente sentita in Italia, «che è il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione. Raccontare in certe parti d'Italia, soprattutto al Sud, è complicatissimo e costringe a dover difendere la propria vita». Tra i nemici principali del dovere di raccontare, ha sottolineato Saviano, «c'è l'indifferenza, che isola chi prova a descrivere la realtà. Ecco perchè siamo quì, per dire che ogni paese ha bisogno della massima libertà di espressione». Un modo, secondo Saviano, anche per difendere la memoria dei giornalisti che sono caduti in nome della libertà di informazione. Per Saviano «quello che è accaduto a Messina è il frutto, non della natura, ma del cemento. Se si permette a chi scrive di farlo secondo coscienza e senza pressioni, tragedie come questa potrebbero essere evitate».
Onida: «Il potere politico è intollerante verso le voci critiche». «Il potere politico - ha detto Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, dal palco di piazza del Popolo - è troppo spesso intollerante nei confronti delle voci critiche». Per Onida, «la libertà di informazione è fondamentale per la vita democratica. Una libera informazione è presupposto per una società libera».
Siddi: «I nemici sono quelli che attentano alla libertà». «I giornalisti - ha detto il segretario generale dell'Fnsi Franco Siddi parlando dal palco a piazza del Popolo - non vogliono e non cercano nemici. Gli unici nemici sono quelli che attentano alla libertà». «Non c'è nessun tentativo di bavaglio», ha aggiunto ironico Siddi, «nessun tentativo di intimidire giornalisti scomodi e testate non allineate. Nessuna vendetta mediatica: i giornalisti non sono mai stati indicati come farabutti e delinquenti. No, non ci siamo». Il premier Silvio Berlusconi aveva detto che la manifestazione sulla libertà di stampa «è una farsa assoluta, in Italia c'è più libertà di stampa che in qualasiasi altro paese». «Libertà di stampa non vuol dire solo avere a disposizione decine di giornali ma anche avere tutte le notizie che meritano di essere pubblicate», ha spiegato Franco Siddi, per cui la manifestazione ci «aiuta a riscattare anche all'estero l'immagine dell'Italia». Siddi ha chiesto al premier di ritirare il ddl Alfano sulle intercettazioni e le cause intentate contro i giornalisti.
Lepri: «Evitare che si soffochino le voci libere». Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, 90 anni appena compiuti ha lanciato un appello: «Impegnamoci tutti per evitare che si soffochino le voci libere e per fare in modo che il diritto di indignazione che si leva da questa piazza vada in tutte le piazze d'Italia».
Slogan della manifestazione «Informazione, no al guinzaglio». La manifestazione per la libertà di informazione, spiegano gli organizzatori, «per una stampa che non vuol farsi mettere il guinzaglio da nessuno». Slogan, scritto anche sulle magliette che molti manifestanti indossano: «Informazione, non al guinzaglio». E proprio oggi Reporter sans Frontieres, anticipando il rapporto che sarà reso noto il 20 ottobre, ha detto che il nostro Paese è sceso nella classifica della libertà di stampa e che Berlusconi potrebbe essere inserito nella «lista dei predatori della libertà di stampa».
Spazio anche alla musica. La prima è Teresa De Sio. Confermata la presenza di Samuele Bersani, Marina Rei, Teresa De Sio, Nicky Nicolai, i Tetes de Bois, Enrico Capuano, ma gli organizzatori non escludono ulteriori «sorprese». Manifestazioni parallele si terranno in dodici città italiane ed europee, da Barcellona a Londra, mentre a Parigi la rivista Focus In ha organizzato una ronda in place d'Italie per «sensibilizzare la popolazione sui rischi che sta correndo la stampa italiana». A partecipare, tra gli altri, anche la Cgil e la Fim-Cisl, i partiti dell'opposizione parlamentare, dal Pd all'Idv, a extraparlamentare, Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani.
La manifestazione dei precari.
Soddisfazione degli organizzatori per la riuscita della manifestazione, purtroppo TOTALMENTE snobbata dai media in particolare dalla TV e dai vari TG.
In circa ventimila hanno sfilato a Roma ieri 3 ottobre 2009, su due diversi percorsi, convergenti entrambi a viale Trastevere , i precari italiani.
Sul palco allestito per l'altra manifestazione romana del 3 di ottobre (Libertà di stampa ) significativo ill momento dell'intervento di Antonella Vaccaro del Coordinamento precari di Napoli. Porta il saluto del mondo della scuola ai partecipanti della manifestazione della FNSI e rivolge un saluto particolare ai precari che da Messina non sono potuti essere qui con noi. Antonella denuncia lo smantellamento della scuola pubblica determinato dai provvedimenti del Governo, impersonati dai Ministri Tremonti e Gelmini. Un'operazione avvenuta nell'indifferenza di molti. Spesso inascoltati dai media i gridi di allarme lanciati dal mondo della scuola e dai precari. Sul decreto "salva precari" non ci sono mezze misure: "in realtà è un decreto ammazza precari", afferma la Vaccaro. Lo striscione che dalla balconata del Pincio alcuni precari hanno srotolato non lascia dubbi:"NO ai contratti di disponibilità". Le richieste del Coordinamento dei precari: aumento dei finanziamenti alla scuola pubblica, immissioni in ruolo, ritiro del PdL Aprea, dimissioni del ministro Gelmini.

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