mercoledì 2 settembre 2009

Die Linke, la "sinistra radicale" che in Germania ha il 20% dei consensi


Uno spettro si aggira per l'Europa, questa volta il fantasma ha le fattezze duplici di Gregor Gysi e Oskar Lafontaine i leader della Linke, la formazione della cosiddetta “sinistra radicale” tedesca nata dall'unione dei transfughi dell'Spd riformista e dagli eredi della Sed (il partito comunista della Gemania est).
Domenica scorsa infatti si è votato in Germania per le elezioni regionali in tre dei sedici Stati della Repubblica federale (Sassonia e Turingia all'Est, Saarland all'ovest) e per le comunali nel Nordreno-Westfalia. I risultati hanno visto un forte calo della Cdu, il Partito cristiano democratico del cancelliere Angela Merkel che perde in Sassonia, Turingia e nella Saar, una sostanziale tenuta dell'Spd e appunto una spettacolare affermazione della Linke che ha raggiunto il 19,5% dei consensi:
In Turingia la Cdu ottiene il 32,5% dei voti (-10,5%); secondo partito è la Linke col 26% (-0,1%), terza la Spd, col 18,5% (+4%); seguono i Liberali della Fdp con l'8% (+4,4%) e i Verdi, col 5,5% (+1%).
In Saarland, invece, la Cdu crolla al 34,5% (-13%), mentre la Spd scende al 25% (-5,8%). Exploit della Linke, che, trainata dal suo candidato governatore Oskar Lafontaine, sale al 21% (+18,7%). I Liberali (Fdp) sono dati al 9,5% (+4,3%), i Verdi il 5,5% (-0,1%).
In Sassonia, infine, la Cdu riesce a contenere le perdite, ottenendo il 41% delle preferenze (-0,1%), la Linke è il secondo partito col 20,5% (-3,1%), la Spd è al 10% (+0,2%), i Liberali (Fdp) viaggiano intorno al 10,5% (+4,6%), mentre i Verdi sono dati al 6% (+0,9%).
Ma al di là del dato numerico, è quello politico ad assumere più valore, dopo 20 anni dalla caduta del muro potrebbe essere possibile anche a livello federale una maggioranza di governo che comprende una formazione composta da comunisti, la Linke infatti è stata definitivamente sdoganata e una sua alleanza con i socialdemocratici non appare impossibile soprattutto se la Merkel non riuscirà a mettere in campo un accordo con i Liberali che finora non ha portato grossi vantaggi.
Tutti gli scenari, a causa dell'alto grado di indecisione degli elettori rilevato da tutti i sondaggi, quindi diventano sorprendentemente possibili per le prossime elezioni politiche: maggioranza giallo-nera (liberali e Cdu), una riedizione della Grosse Koalition tra la Merkel e l'Spd oppure un governo di sinistra con social democratici, verdi e Linke.
In quest'ultimo caso l'instabilità potrebbe essere la caratteristica principale vista la differenza tra i partiti su alcuni temi fondamentali come Ue, Nato, Afghanistan, Iran, politica economica. Ma l'affermazione della Linke ha assunto un significato particolare che potrebbe travalicare le tradizionali differenze di schieramento, la prova è data dal fatto che la sinistra è cresciuta esponenzialmente, non solo nelle tradizionali roccaforti dove risiedono i ceti sociali più poveri, ma soprattutto in due regioni come la Turingia e la Sassonia che dopo la riunificazione sono tornati i più ricchi, con una diffusa industria esportatrice ad alta tecnologia, e dove ceti medi e classe operaia ben pagata sono fasce significative della società.
Qualche grattacapo anche per socialdemocratici. Nel voto di domenica hanno sofferto non poco del buon andamento della Linke di Lafontaine. L'obiettivo dichiarato del partito socialdemocratico, staccato nei sondaggi di almeno 12 punti dalla Cdu, è ora quello di evitare una coalizione tra la Cdu e i liberali. I tedeschi non la vogliono, è il messaggio su cui insiste il candidato cancelliere Frank-Walter Steinmeier.Le opzioni in mano a Steinmeier per restare al governo non sono molte: i liberali puntano sulla Cdu, i Verdi sono troppo deboli per un'alleanza a due con la Spd e oggi il leader socialdemocratico Franz Muentefering è tornato a escludere un accordo sul piano nazionale con la Linke di Oskar Lafontaine. Quanto meno in Turingia e in Saarland la Spd potrebbe dar vita per la prima volta a un governo a tre con i Verdi e la Linke. Una costellazione che Lafontaine (il vero trionfatore del voto di domenica, visto che grazie a lui la Linke in Saarland è salita del 19%) e il suo collega Gregor Gysi hanno scartato a livello nazionale.

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